Molti di voi, si staranno chiedendo com’è realizzato uno studio radiofonico e quali sono gli strumenti più adatti da acquistare. Con un esperienza decennale, proverò a descrivervi com’è composto uno studio radiofonico, ma cosa ancora più importante vi descriverò nel dettaglio come sono realizzati e come scegliere la giusta strumentazione.
Il cuore pulsante di una radio è la regia, dove sono presenti: il mixer, i computer (con relativo software di automazione radiofonica) i microfoni, le cuffie e molte altre cose che vedremo in seguito.
Partiamo dallo strumento fondamentale per fare la radio, il microfono. Il microfono è un trasduttore di tipo elettro-meccanico, ovvero uno strumento in grado di convertire la pressione sonora in segnali elettrici. Ci sono molti tipi di microfoni, ma restringiamo il campo ai due tipi fondamentali: i microfoni dinamici e quelli a condensatore.
I microfoni dinamici utilizzano un diaframma attaccato a una bobina piazzata nel campo magnetico di un magnete permanente. Una variazione di pressione sul diaframma porterà la bobina a generare una variazione di corrente elettrica che a quel punto dovrà essere amplificata. Visto che è necessario attaccare la bobina direttamente al diaframma, i microfoni dinamici tendono ad avere diaframmi molto più sottili dei microfoni con condensatore. Per questo motivo, le registrazioni sono meno precise e sono meno sensibili alle alte frequenze che i microfoni a condensatore.
Tra i modelli più popolari, lo Shure SM57 e SM58. I microfoni a condensatore possono spaziare dagli economici microfoni da Karaoke, fino a quelli ultra professionali. Solitamente producono segnali di alta qualità, sono sensibili alla distanza e alle alte frequenze. Per questo motivo sono spesso utilizzati per le registrazioni in studio. Essendo più sofisticati e più difficili da produrre, i microfoni a condensatore di altà qualità sono piuttosto costosi. Sono ideali per registrare la voce, le chitarre acustiche, il piano, gli strumenti orchestrali e gli effetti sonori. Tra i marchi più famosi citiamo la Neumann o l’AKG.
I microfoni con condensatore hanno bisogno di una sorgente di alimentazione, che può essere fornita, sia dall’ingresso del microfono (phantom power) che da una piccola batteria. Il tipo più comune di phantom power è +48v DC. Il phantom power viene utilizzato per caricare il diaframma e la placca e anche per alimentare un piccolo amplificatore che aumenta la corrente generata dal movimento del diaframma. La Phantom power è spesso integrata nei mixer, nei preamplificatori per microfono e in altri dispositivi simili.
Caratteristica fondamentale del microfono è il pick-up pattern o polar, che indica la direzionalità del microfono, ovvero la sensibilità alle sorgenti sonore esterne rispetto al suo asse centrale.
Di seguito illustriamo gli schemi delle varie polarizzazioni che ci aiuteranno a capire la sensibilità dei vari microfoni.
Vediamo in figura vari grafici da sinistra a destra, escludendo il primo che è il grafico vuoto: omnidirezionale, cardioide, supercardioide, ipercardioide, bidirezionale. I diagrammi polari più caratteristici sono due: Omnidirezionale, il diagramma relativo ad un microfono il cui trasduttore sia sensibile in tutte le direzioni a 360°. Sono direzionali tutte le altre possibilità.
Bidirezionale è sensibile in due direzioni opposte l’una all’altra (una è quella che corrisponde alla pressione esercitata sulla parte frontale del diaframma, l’altra alla pressione esercitata sulla parte posteriore), ed è detto anche figura a 8, per la caratteristica forma “a 8” assunta dal diagramma.
Un microfono cardioide è la combinazione di un omnidirezionale e di un bidirezionale, in modo da ottenere grafici particolari. A seconda della della percentuale dell’uno e dell’altro, si hanno vari tipi di cardioide, che si si distinguono essenzialmente in cardioide semplice, supercardioide e ipercardioide. Il nome di “cardioide” nasce dalla caratteristica forma del grafico, che ricorda un cuore stilizzato.
Altra caratteristica molto importante dei microfoni è la risposta in frequenza, ovvero la gamma di frequenze che il microfono riesce a percepire. Questa caratteristica rimane fondamentale per l’incisione musicale dove vi sono diverse esigenze di ripresa audio tra voce e strumenti.